giovedì 31 gennaio 2013

Brindisi ugrofinnici

Con quali espressioni si brinda nelle lingue ugrofinniche?
Di seguito sono elencate solo le locuzioni solo in alcune lingue del gruppo. Sono escluse quelle che usano caratteri cirillici.

Kippis!
Terveydeksi!
finlandese*
Teie terviseks! estone
Tere!
Õlkaa terveed!
votico
Tervüt! voro
Tīeratõks! livone
Máistte! sami
Hüvä rüübädä!
Tervehüttä!
ingrico/ingriano
Tervhudeks! vepso
Teijän tervehüökse! careliano
Egészségetekre! ungherese

* In finlandese si usano anche le seguenti espressioni al momento del brindisi:
- hölökyn kölökyn / hölökynkölökyn (probabilmente deriva dal dialetto di Savo) 
- skool (dallo svedese skål)
- Pohjanmaan kautta

venerdì 25 gennaio 2013

Jaxuhali per tutti

Nell'articolo Joko osaat suomen ärsyttävimmät sanat? l'autore elenca alcune delle parole finlandesi più irritanti oggi in uso. La lista è il risultato di un suo  sondaggio tra i suoi amici e conoscenti su Facebook.
Tra le diverse parole elencate mi ha incuriosito jaxuhali in cui non mi ero imbattuto prima della lettura dell'articolo.
Se qualcuno vi invia un jaxuhali significa che in qualche è modo vuole fare sentire la propria vicinanza nei momenti difficili. Un jaxuhali è un abbraccio dato ad una persona per aiutarla a superare i suoi momenti di difficoltà. In italiano probabilmente diremmo un abbraccio di incoraggiamento.

Si tratta di una parola composta derivata dal verbo jaksaa (farcela, riuscire, avere la forza di) e hali (abbraccio).

Nella lista compare anche resurssi (risorsa), una parola che non mi piace neanche in italiano nel significato di risorsa umana, impiegato. Qualche anglofono userebbe in tal senso asset (di male in peggio).

giovedì 24 gennaio 2013

Osso bucco


Fuori dai confini nazionali come si chiama l'osso buco?
In Finlandia mi sembra siano più o meno usate entrambe le forme osso buco e osso bucco con una prevalenza dell'ultima.
Da una ricerca con Google Ngram Viewer, si nota che nell'inglese britannico nell'ultimo decennio osso bucco ha avuto la meglio . Nell'inglese americano prevale nettamente l'uso di osso buco.
Nella lingua italiana si impone la variante ossobuco.

sabato 19 gennaio 2013

Suonare il clacson

Per qualche ragione l'eponimo clacson è diffuso in diverse lingue europee* ad eccezione dell'inglese in cui si chiama horn.
In italiano diremmo suonare il clacson, dare colpi di clacson, strombazzare o anche clacsonare. In inglese si usano i verbi honk, sound, beep.
Per quel che riguarda il finlandese mi sembra che ufficialmente il clacson si chiami autontorvi (corno dell'auto) oppure, in lingua parlata, töötti  di chiara origine onomatopeica così come i relativi verbi: tuutata, töötätä, töötöttää.
Ho notato un utilizzo molto limitato del clacson sulle strade finlandesi, almeno in confronto con le abitudini italiane.

Sulla stampa italiana la parola clacson si diffuse a partire del 1923. Mi chiedo se anche questa parola sia stata inclusa nel processo di italianizzazione durante il fascismo. Qualcuno conosce l'eventuale nome con cui veniva chiamato il clacson all'epoca?

* ceco (klakson), polacco (klaxon), francese (klaxon), spagnolo (claxon), olandese (claxon)

martedì 8 gennaio 2013

Ladies & Mens


Ad una prima occhiata avevo pensato che almeno uno dei cartelli in figura presentava un errore ortografico. Per esempio se mi fossi trovato nel Regno Unito o negli Stati Uniti avrei potuto trovare, in luogo di "MENS", cartelli come "Gentlemen's toilet", "Men's toilet", "Men's", "Men's room"  "Gents" oppure "The Gents".
In seguito ho pensato che l'autore delle insegne avesse voluto fare economia di apostrofi o che avesse voluto giocare con il latino.
Ho l'impressione che "mens" non sia registrato in nessuno vocabolario inglese con il significato di "bagno per uomini". Forse può essere usato nella lingua parlata, in un contesto informale, in alcuni paesi anglofoni.
Opinioni a sostegno o contro queste impressioni?

sabato 5 gennaio 2013

L'elettricità nelle lingue europee

L'etimologia della parola elettricità discende elektron, il nome dell'ambra gialla in greco antico visto che, come risaputo,  l'ambra ha la proprietà di elettrizzarsi per strofinio.

In quasi tutte le lingue europee, italiano incluso, la traduzione di elettricità ricalca quella greca: electricity (inglese), electricidad (spagnolo), Elektrizität (tedesco), électricité (francese), elektricitet (svedese), elektřina (ceco), electricitate (rumeno),  elektricitet (croato),  elektryczność (polacco), elektriciteti (albanese), elektromosság (ungherese), elekter (estone), elektrisitehta (sami settentrionale) e così via.

Non mancano però le eccezioni.
In finlandese si usa la parola sähkö, un neologismo coniato da Samuel Roos nel 1845 basandosi sui verbi sähähtää (sibilare) e säkenöidä (brillare, luccicare, scintillare).

Vista la familiarità con l'ambra gli islandesi hanno pensato bene di scartare il termine greco per andare direttamente all'origine. In islandese infatti l'elettricità è chiamata rafmagn e deriva da raf (ambra) e magn (energia).
Per quanto riguarda il gallese, sebbene sia usato anche il lectric, il neologismo proposto fu trydan che oggi pare più usato nei termini derivati. Sembra che trydan derivi da try-, un prefisso intensivo, e tân (fuoco). Immagino che il bretone tredan abbia la stessa origine.

Anche nella lingua basca mi sembra di aver capito che argindar, il neologismo proposto, abbia vita dura rispetto al prestito elektrizitate, di uso più comune. Mi sembra argindar sia stato coniato a partire da argi (luce, luminoso).