domenica 19 dicembre 2010

Aurinko on pesässä

Si pensa che il sole abbia due nidi dove riposare.
In finlandese l'espressione "aurinko on pesässä" (il sole è nel nido) viene usata per indicare i giorni dell'anno in cui il sole raggiunge il punto di declinazione massima e minima nel suo moto apparente lungo l'eclittica.
Ciò si verifica in coincidenza dei solsitizi ovvero durante i periodi dei giorni più corti (solstizio invernale) e di quelli più lunghi (solstizio estivo) dell'anno.
Pare che il nome derivi dal fatto che durante il solstizio estivo si creda che il sole si posi sul ramo dell'Albero del Mondo.
Il sole sosta nel suo nido per alcuni giorni. Per questa ragione i giorni vicini ai due solstizi vengono chiamati pesäpäivät (i giorni del nido o della tana).

Chissà se anche in italiano o in qualche dialetto esistono espressioni particolari per indicare i periodi dei solstizi.

lunedì 13 dicembre 2010

Tomoli e maggese

Non si ricordano i giorni si ricordano gli attimi, scriveva Cesare Pavese. A me sempre più spesso capita di ricordare parole. Non interi discorsi, solo parole.
Riaffiorano a distanza di anni, come risvegliatesi dolcemente da un prolungato e quieto letargo. In questo spazio le chiamerò le parole della memoria.

Qualche giorno fa si sono palesate due parole collegate tra loro: maggese e tomolo.
Ricordo le corrispondenti versioni dialettali ricorrevano spesso nei discorsi degli adulti e di amici.
Prima ancora del significato ricordo il suono piacevole del termine maggese. In seguito ho imparato che anche i campi, così come gli uomini, hanno bisogno di riposare per riprendere vigore.

La rivelazione del mondo dei numeri e delle unità di misura non mi aiutò a fare luce sul valore esatto del tomolo. Era un concetto che sembrava risiedere nella fugacità di conversazioni di piazza piuttosto che tra le pagine dei libri.
Da una provincia all'altra spesso le unità di misura cambiavano.

Il tomolo non aveva infatti una misura equivalente in tutte le città. Dalle mie parti un ettaro equivale(va) a 2 tomoli e mezzo.

sabato 4 dicembre 2010

Un nome finlandese per iPad e simili

Per pubblicizzare il lancio dell'applicazione per iPad, il maggiore quotidiano finlandese ha lanciato un concorso.
L'obiettivo è quello di trovare un termine finlandese (o che suoni tale) appropriato per la categoria dei tablet computer a cui anche l'iPad appartiene.
Tra i nomi in ballo ci sono tabletti (dall'inglese tablet), paneelitietokone oppure taulutietokone (da taulu tabella,tavola).
La prossima settimana la comunicazione del vincitore e del termine prescelto.
Il premio per colui che indicherà il termine scelto è, inutile dirlo, un iPad.

Aggiornamento gennaio 2011

Ha vito il termine sormitietokone (da sormi=dito e tietokone=elaboratore/computer).
Il nome più proposto è stato "lätty" seguito da altri termini quali läpykkä, läpyskä, lukuri, lukkari, pannari e täppäri.

domenica 28 novembre 2010

Barbatrucco, gollonzo e altri neologismi

Scorrendo la lista di alcuni dei 1500 neologismi entrati nell'edizione 2011 dello Zingarelli sembra quasi fare un viaggio nel tempo e nella memoria.
Mi sarei aspettato che quasi tutti i termini fossero più o meno recenti. Invece non sono pochi quelli che sono in giro da molti anni, cha hanno fatto più "gavetta".
Basti pensare a parole come barbatrucco, pinocchietto, gollonzo.

Chi non ricorda infatti il tormentone "resta di stucco, è un barbatrucco"?
La formula ricorreva spesso nella serie francese di cartoni animati dei Barbapapà con il significato di "espediente ingegnoso, abile stratagemma".

Risale invece agli novanta la nascita di gollonzo ad opera della Gialappa's Band. Il gollonzo è un gol ridicolo, fortunoso.

Nella lista dei neologismi pare ce ne siano molti legati alle specialità gastronomiche regionali come la nduja calabrese, la cartellata pugliese e i friarielli napoletani.

Tra i più recenti si trova cinecocomero in opposizione ai cinepanettoni, le pellicole natalizie.

Non avevo mai sentito invece termini come tankini, apericena, fantasmini, alcopop.

Sempre in tema di parole, sulle pagine del Corriere in questi giorni si tiene il classico sondaggio per eleggere parola dell'anno 2010. In gara si trovano per esempio futuristi, triplete, vuvuzela, bunga bunga, iPad.

I futuristi in questione non sono ovviamente i seguaci delle idee di Marinetti ma i membri di un neonato partito politico. In luogo di futuristi mi è capitato di trovare anche fillini.

Io sceglierei due parole per l'anno 2010: vuvuzela per la prima metà e bunga bunga per la seconda.

Su quali ricadrebbe la vostra scelta?

lunedì 22 novembre 2010

Da oikein a OK

La settimana scorsa su Lessico e Nuvole viene segnalata una curiosa (e poco verosimile) versione finlandese sulle origini del termine OK.
Secondo tale versione il termine sarebbe stato esportato dagli emigrati finlandesi concentrati nel nord degli Stati Uniti agli inizi del XX secolo.
Gran parte delle fonti non accennano minimamente agli emigrati finlandesi e ne fanno risalire invece l'origine alla metà del XIX secolo.
L'avverbio oikein deriva da oikea (giusto, onesto, lecito, destro, diritto). Pare che il termine sia comune a molte lingue del gruppo linguistico ugrofinnico.
Già nel XVI secolo oikea veniva usato da Agricola con il significato opposto a sinistro, falso, errato.

mercoledì 10 novembre 2010

Opals, dink, nimby e le altre

Trovo interessante il processo di evoluzione del linguaggio. La genesi, lo sviluppo e talvolta il declino di una parola.
Negli anni ho notato un aumento di forme abbreviate, acronimi (prevalentemente inglesi) poi diventati parole indipendenti che vivono di vita propria tanto da perdere, apparentemente, ogni contatto con le origini.

Quella più datata che mi viene ora in mente è yuppie da Young Urban Professional con la quale a partire dagli anni '80 viene indicato un giovane professionista rampante.
Tra quelle che mi capita di leggere sempre più spesso ci sono SUV (Sport Utility Vehicle), nimby (Not In My Back Yard) e dink (Double Income No Kids).

Negli annunci di lavoro nel settore alberghiero e della ristorazione è molto frequente l'uso del termine horeca (Hotel Restaurant Café oppure anche Catering).
Recentemente ho riscontrato anche l'uso della parola opals. Non si tratta in questo caso di pietre preziose né tanto meno del soprannome della nazionale di pallacanestro femminile australiana.
Opals è l'acronimo di Older People with Active Life Style, categoria di persone sempre più numerosa nei paesi occidentali.
Anche in finlandese è stato adottato il termine opals mutandolo in opalsi.

Quali parole nate da acronimi vi capita di leggere o usare più spesso?

venerdì 5 novembre 2010

Svedese facile

Non conosco lo svedese e quindi non saprei dire se sia una lingua facile o meno da imparare.
In rete ho trovato un paio di bei video che presentano con umorismo alcune curiosità della lingua svedese. I video sono per un pubblico americano pertanto sono in inglese.



Se vi è piaciuto passate alla seconda lezione.

sabato 30 ottobre 2010

Dottare

Secondo i vecchi dizionari dottare significa aver paura, dubitare, sospettare, temere. Il verbo deriverebbe dal provenzale doptar,duptar ovvero dubitare.
Ne consegue il termine dotta (pronunciato con la "o" aperta) che significa paura, sospetto, timore o anche dubbio.
In uno dei canti dell'Inferno, Dante scrive:
Allor temetti più che mai la morte,
E non v'era mestier più che la dotta,
S'i' non avessi visto le ritorte

Con il termine dotta (con la "o" chiusa) si intendeva una parte di otta ovvero di ora e più generalmente una parte di tempo.


Il Tommaseo-Bellini riporta una serie di locuzioni legate a dotta.
  • a dotta: all'ora e al tempo determinato e prefissato;
  • rimettere le dotte: recuperare il tempo perduto;
  • mala dotta: cattivo stato di cose;
  • a tua dotta, a sua dotta: a tuo (a suo) beneplacito o anche tuo/suo tempo, all'ora che ti/gli pare più opportuna.

mercoledì 29 settembre 2010

Coniugazione dei verbi nel finlandese parlato

Nei corsi di finlandese per stranieri si insegna che i verbi possono essere suddivisi in 6 categoria. Ogni tipo ha un modello di coniugazione diverso.
A parte qualche eccezione, la suddivisione in gruppi risulta essere di grande aiuto nella fase iniziale di apprendimento della lingua.
Le cose si complicano quando si passa ad un registro colloquiale vicino al linguaggio parlato quotidianamente o presente nei testi delle canzoni di musica leggera.

Prendiamo per esempio il presente del verbo sapere, in finlandese tietää.

kirjakielipuhekieli
minä tiedänmä tiiä(n)/tiedä(n)
sinä tiedätsä tiiät/tiedät
hän tietääse tietää
me tiedämmeme tiietää(n)/tiedetää(n)
te tiedättete tiiätte/tiedätte
he tietävätne tietää

Per il presente del verbo tarvita (aver bisogno) mi capita di sentire due forme colloquiali diverse

kirjakielipuhekielipuhekieli
minä tarvitsenmä tarvii(n)mä tartten
sinä tarvitsetsä tarviitsä tarttet
hän tarvitseese tarviise tarttee
me tarvitsemmeme tarvitaa(n)me tarttetaa(n)
te tarvitsettete tarviittete tarttette
he tarvitsevatne tarviine tarttee

Da evidenziare come nel finlandese parlato per riferirsi ad una persona si usano i pronomi se (terza persona singolare) e ne (plurale) utilizzati nella lingua ufficiale per riferirsi ad animali, oggetti e entità astratte. Inoltre le terze persone si coniugano allo stesso modo.

Un'altra caratteristicha comune è l'utilizzo della forma passiva del verbo per la seconda persona plurale.

domenica 26 settembre 2010

Attronimi finlandesi

In finlandese si dice "nimi on enne". Presso gli antichi Romani si ripeteva nomen omen ovvero il nome è un presagio.

L'articolo sugli attronimi pubblicato su Terminologia etc mi ha offerto uno spunto per cercare alcuni attronimi finlandesi.

Tra quelli conosciuti troviamo Arno Kasvi (pianta) che lavora come giardiniere.
Potrebbe essere considerato un attronimo quello relativo Jyrki Kasvi politico e parlamentare finlandese dei Verdi.

Nella carta stampata c'era il giornalista Leo Lehdistö (stampa).

Presenta le previsioni del tempo sun un canale televisivo il meteorologo Pekka Pouta.
In finlandese pouta indica il tempo asciutto,secco ideale per attività all'aria aperta.

Sempre in campo scientifico troviamo Juhani Lokki (gabbiano), biologo, docente universitario, autore di diverse pubblicazioni sui volatili finlandesi e il botanico Seppo Vuokko (anemone).

Altri esempi in questo articolo di Aamulehti.

mercoledì 22 settembre 2010

Come si chiamano gli abitanti di Minkiö?

1) I cittadini di Lieto sono felici?
2) Come si chiamano gli abitanti di Minkiö?
3) Come sono gli uomini di Polso?
4) E le donne di Kaarina?
4) Ci si accoccola a Kokkola?
5) Sapevate che Babbo Natale abita non lontano da Pisa?
6) Come si chiamano gli abitanti di Piikkiö?
7) Cosa ci fa un Somero in Finlendia?

sabato 18 settembre 2010

Errori di lingua più comuni nei dialetti meridionali

Era questo il titolo di un libro pubblicato quasi un secolo fa. Delle brevi letture indirizzate agli alunni delle scuole inferiori del Mezzogiorno.
Nella prefazione l'autore scrive:

Non è questa una di quelle raccolte di modi errati che, al pari dei dizionari dialettali, i ragazzi amano poco e non consultano mai: ma sì bene un'esposizione semplice e ragionata dei più comuni errori in una forma così varia, che io penso debba adescare facilmente i giovanetti ai quali è indirizzata.
Chi ha esperienza della scuola, sa che gli alunni rifuggono da ogni studio che sia prettamente grammaticale come da cosa fredda, che non parla affatto alla loro fantasia.

Scorrendo l'elenco delle letture è evidente che molti degli errori segnalati sono ancora oggi diffusi e in qualche caso anche utilizzati nei messaggi promozionali per pubbilicizzare prodotti tipicamente italiani.

Per esempio l'autore sottolinea che sono errate espressioni come tengo fame, tiene molti danari, tengo sonno, tengo desiderio, tengo volontà, tengo invidia, tengo odio. Al verbo tenere deve essere sostituito il verbo avere.

Cosa penserebbe oggi l'autore di questa raccolta vedendo un famoso attore francese che pubblicizza una passata di pomodoro con la frase "Tengo 'o core italiano"?

In queso caso l'uso dell'espressione dialettale veicola meglio il messaggio. Se fosse stato utilizzato il verbo avere probabilmente il messaggio non avrebbe avuto la stessa efficacia comunicativa.

Seguono esempi di altri errori segnalati nel libro (pubblicato nel 1913):

Ritirarsi
L'espressione dialettale "ritirarsi" viene utilizzata erroneamente per indicare l'azione del rincasare. Sarebbe più corretto dire "ritirarsi in casa" aggiungendo quindi il complemento di luogo. Non è corretto anche dire "quella casa ha una ritirata sicura" intendendo che la strada per cui si rincasa offre sicurezza dai ladri e dai malfattori.


Pittare
Il verbo pittare è un termine dialettale non esiste nei dizionari di italiano. Il verbo corretto è dipingere. Ricordo che effettivamente che sentivo usare sempre il verbo pittare: pittare le pareti, pittarsi le unghie, pittarsi la faccia. L'imbianchino era infatti chiamato pittore.


L'uso del congiuntivo
Si tendeva ad utilizzare espressioni del tipo "credevo che partiva" in luogo di "credevo che partisse". Il congiuntivo è stata e sarà sempre croce e delizia della lingua italiana.

Alla casa
E' comune del sud Italia sentire espressioni del tipo "sono andato alla casa di Caio" oppure "vengo dalla casa di Tizio". L'autore scrive che correttamente si deve dire "sono andata alla casa", "vengo da casa".

Sta venendo
La locuzione "sta venendo" è una contraddizione in termini in quanto "sta" indica quiete mentre "venendo" esprime movimento, azione. Si devono utilizzare forme qualo "Ora viene", "È già in cammino" e simili.

L'ho rimasto a casa.
Si dovrebbe dire "l'ho lasciato a casa" in quanto il verbo rimanere è intransitivo e significa restare. Il verbo rimanere non può essere usato transitivamente


Pensate che questi errori siano comuni ancora oggi nei dialetti del Mezzogiorno?


Sarebbe interessante a questo punto stilare una lista degli errori più comuni dei dialetti settentrionali. Qualcuno avrebbe segnalazioni in merito?

Concludo con un pensiero di Orazio segnalato nel libro secondo cui tutte le parole son buone, se vorrà l'uso.

venerdì 10 settembre 2010

Mente aperta e dewarismo

Oggi mi è tornato in mente un famoso aforisma attribuito a Thomas Dewar che recita:
Minds are like parachutes: they only function when they're open

Imprenditore di successo, Tommy Dewar pensò bene di promuovere il whisky di produzione propria attraverso un giro del mondo che in due anni avrebbe toccato 26 paesi.
Sembra che il viaggio fosse motivato anche da problemi di salute. Le impressioni e i resoconti del viaggio sono stati raccolti nel libro A Ramble Round the Globe.
L'idea del viaggio si rivelò vincente. Quello che fino ad allora era una distilleria a produzione locale, cominciò ad affermarsi anche al di fuori dei confini scozzesi.

Tommy Dewar ha anche raccolto una serie di massime e pensieri che stanno alla base della sua filosofia di vita nota come Dewarism(o).

Secondo il pensiero dewarista il successo non si ottiene necessariamente con il duro lavoro. Non si deve mai tornare sui propri passi lungo la strada per il successo. Si può arretrare di qualche passo, fare una sosta, ma mai voltarsi indietro.

Dewar sembra suggerire che i traguardi lungo il percorso della nostra vita possono essere raggiunti senza compromettere la gioia e il piacere della passeggiata.

Qui trovate una serie massime e osservazioni a lui attribuite.
Dovendo sceglierne un paio (oltre a quella citata in precedenza) punterei sulle seguenti:

- The pause is a part of the walk.
- Go ahead, look around.

mercoledì 1 settembre 2010

Caratare

Questa volta tocca al verbo caratare, pesare con i carati.

Il vocabolario Treccani riporta due definizioni alla voce caratare.
La prima,usata in ambito scientifico, recita:
esaminare un metallo per stabilire quanti carati di metallo puro contiene ogni oncia
L'altra, in disuso, fa riferimento alla stima il valore dei beni ai fini fiscali.
Tornando indietro nel tempo si scopre che caratare una persona significava esaminarla minutamente per giudicarla.
Caratare era usato anche nell'accezione di criticare, tagliare i panni addosso a qualcuno.

domenica 29 agosto 2010

I numeri nel finlandese parlato

Nei corsi di finlandese insegnano solitamente la lingua ufficiale detta kirjakieli.
Come accade per altre lingue anche il finlandese parlato (puhekieli) si differenzia sensibilmente dalla lingua ufficiale.
Non c'è da stupirsi che anche per nozioni di base quali i pronomi personali, numeri, coniugazione dei verbi suonino diversi rispetto a quelli studiati sui libri.

Consideriamo per esempio i numeri cardinali da 1 a 10.

kirjakielipuhekieli
yksiyks
kaksikaks
kolmekolme
neljäneljä
viisiviis
kuusikuus
seitsemänseittemä(n)/seiska
kahdeksankaheksa(n)/kasi
yhdeksänyheksä(n)/ysi
kymmenenkymmene(n)/kymmpi

Incrementando le decine si ha per esempio kakskytviis in luogo di kaksikymmentäviisi (25), viiskytseittemä in luogo di viisikymmentäseitsemän (57).

A queste si aggiungono alcune varianti legate ai dialetti locali.

Se siete ad un corso di ballo potrà capitarvi di sentire qualcosa del tipo "yy kaa koo, yy kaa koo" (un due tre, un due tre). Fa riferimento ad una pronuncia dei numeri ancora più contratta (di numeri cardinali da 1 a 10): yy, kaa, koo, nee, vii, kuu, see, kasi, ysi , kymppi.

Discorso simile per i numeri ordinali.

kirjakielipuhekieli
ensimmäineneka
toinentoka
kolmaskolmas
neljäsneljäs
viidesviides/viies
kuudeskuudes/kuues
seitsemässeittemäs
kahdeksaskaheksas
yhdeksäsyheksäs
kymmeneskymmenes

sabato 21 agosto 2010

Berlingare

Secondo il classico ordine alfabetico siamo alla seconda tappa del viaggio alla ricerca della parole perdute.

Alla voce berlingare viene riportata la seguente definizione:

ciarlare , cinguettare , avendo ben pieno il ventre , ed essendo ben riscaldato dal vino

In un opera del Varchi sulla natura del volgare toscano si legge:

Ma che vuol dire berlingare? Questo è verbo più delle donne, che degli uomini; e significa ciarlare, cinguettare, e tattamellare, e massimamente quando altri avendo pieno lo stefano, e la trippa ec. è riscaldato dal vino.

Il berlingatore (o berlinghiere) è colui che berlinga, un chiacchierone.

Il verbo sembra riconducibile alla festa berlingaccio ovvero l'ultimo giovedì del Carnevale, il giovedì grasso, in cui si festeggia e mangia molto. Il dolce tradizionale della festa è il berlingozzo. Berlingaccino è invece il giovedì che precede il giovedì grasso.

mercoledì 18 agosto 2010

Affrittellare

Comincia oggi un viaggio alla ricerca delle parole italiane obsolete, perdute nel tempo o tra le pagine polverose di vocabolari dimenticati.

La rete come sempre è una miniera di informazioni. Il processo di recupero (salvataggio??) di parole in disuso è semplificato grazie alla presenza di banche dati di libri digitalizzati ed efficienti motori di ricerca.

Nel caso specifico, con l'aiuto di Cruscle ho recuperato la prima parola.
Si comincia dalla lettera "a" come affrittellare.
Le definizione trovata recita testualmente:

Dicesi propriamente del cuocer l'uova nell'olio intere intere nella padella, a foggia delle frittelle

Viene anche segnalato un ulteriore significato metaforico: uccidere a ghiado (oppure "a gladio") ovvero con un coltello o una spada (quasi a tradimento).

L'epressione "a ghiado" significa anche freddo eccessivo. Da qui il deriverebbe anche il verbo agghiadare nel senso di sentire o far sentire freddo eccessivo. Il medesimo verbo pare essere stato utilizzato pure nell'accezione di trafiggere (sia letterale che figurata).

Quasi quasi andrei ad affrittellare un paio di uova con pancetta.

venerdì 6 agosto 2010

La parola più bella

Se vi chiedessero di indicare la più bella parola della lingua italiana, quale scegliereste?

Puntereste su quella associata ad un ricordo felice o ad un significato positivo? Oppure puntereste al solo discorso fonetico?

Nel 2007, nell'ambito delle celebrazioni per il 450° anniversario della morte di Mikael Agricola, fu indetto un concorso per eleggere la parola finlandese più bella.

A dimostrazione che tutto il mondo è paese lo scettro della parola più amata è andata nettamente ad äiti (mamma,madre).
Tra le prime dieci posizioni figuravano anche: rakkaus (amore), rakas (amato/a), kiitos (grazie), lumi (neve), kaunis (bello/a), kulta (tesoro,oro), usva (bruma), aamu (mattino/a),koti (casa).

In buona posizione si era classificata anche una famosa e diffusa parolaccia locale. Pochissimi voti aveva invece raccolto la parola papà/padre (isä,isi).

Anni fa nel Regno Unito fu lanciato concorso simile e anche allora pare che avesse raccolto più voti la parole mother.

Probabilmente anche in Italia la parola mamma avrebbe ottime possibilità di vincere.

Se dovessi indicare alcune tra le parole finlandesi che trovo più eufoniche direi illalla, moi, mansikka, puolukka (e simili).

Ci sono delle parole in altre lingue che ritenete particolarmente eufoniche?

venerdì 30 luglio 2010

Shabby chic


Dopo aver letto questo articolo sull'abuso delle parole inglesi nella lingua italiana, mi sono ricordato del cartello (in svedese) nella foto scattata in un paesino sulla costa occidentale finlandese.
Evidentemente lo stile (e il termine) shabby chic è di moda anche da queste parti.

giovedì 22 luglio 2010

Cappelli e pellicce invernali


Con il primo bagno stagionale, generalmente all'arrivo dell'estate, i finlandesi si disfano della "pelliccia invernale" (talviturkki) o del "cappello di pelliccia" (karvahattu) tipo colbacco.

Trovo che l'espressione idiomatica renda perfettamente l'idea del primo bagno in un lago o uno specchio d'acqua naturale qualsiasi, dopo il lungo freddo e buio inverno nordico.

Ne conoscete di equivalenti in italiano o in altre lingue?

giovedì 3 giugno 2010

Quiz linguistici #2

Secondo appuntamento con alcuni quiz tratti da appunti sul mio taccuino.

Domanda #1
Al Comune di Helsinki è stato suggerito di reclutare "lokkipoliisi" per il periodo estivo.
Cosa è e di cosa si dovrebbe occupare la lokkipoliisi?

Domanda #2
Cosa è un lipari?

Domanda #3
Quale nome di un famoso personaggio finlandese si cela dietro il seguente anagramma?
haikein kartano

giovedì 27 maggio 2010

Digilettore

Da uno dei blog del Kotus è stato lanciato un concorso per coniare un termine finlandese per il lettore digitale di libri elettronici (in inglese ebook reader).
Tra i termini proposti (per ora) il mio preferito è elukka, derivato da "e-kirjojen lukulaite" (dispositivo di lettura di libri elettronici).

Non mi risulta invece che ci sia un termine specifico in italiano.
Ho notato che sono utilizzati prevalentemente termini come lettore di e-book oppure e-reader.
Ho provato pertanto a pensare ad un nome italiano appropriato. I primi venutimi in mente sono digibibliolettore, digilettore, bibliolettore.
Nessuno di questi però mi convince.

domenica 16 maggio 2010

Orecchio di topo

Koivut ovat  hiirenkorvalla.

Sui rami delle betulle sono comparse le prime foglioline.
In finlandese si usa l'espressione "hiirenkorvalla" per indicare questo specifico periodo.
Il nome è dovuto alla forma ad "orecchio di topo" (hiiri topo, korva orecchio) delle piccole foglie.
 

domenica 9 maggio 2010

Di spazzaneve e altri abbinamenti

Tempo fa una coppia di amici finlandesi mi ha fatto notare una particolarità legata ad un abbinamento di nomi finlandesi.
Solitamente un finlandese all'anagrafe risulta avere due nomi, talvolta anche tre.
Con gli amici si parlava in particolare di due nomi femminili: Aura e Lumi.
Il primo deriva da Aurora, l'altro significa neve. Per esempio da lumi deriva anche il nome Lumikki (Biancaneve) che è anche usato in finlandese come nome femminile (140 bambine degli ultimi 10 anni sono state registrate con questo nome).

Aura ha diversi riferimenti nella lingua finlandese. Per esempio si chiama Aura il fiume che attraversa Turku.
Nella lingua finlandese il termine aura assume diversi significati. A quelli già presenti nella lingua italiana (campo di energia, sintomi di emicrania) si aggiunge in significato di aratro.

Tutto questa lunga (e forse inutile) premessa per dire che Aura e Lumi sono cosiderati bei nomi (se presi separatamente).
Cosa accade se però li abbinate?

Avrete Lumi Aura che letto senza interruzione diventa lumiaura ovvero spazzaneve.

Probabilmente esistono altri esempi simili nella lingua finlandese.
Un abbinamento di nomi finlandesi che invece non passerebbe inosservato in Italia è Otto Matti. Due nomi maschili relativamente diffusi in Finlandia.
Con Otto si potrebbero creare altri accoppiamenti curiosi come per esempio Otto Totti.

Conoscete altri esempi di questo tipo?

sabato 24 aprile 2010

Linguaggio in movimento

Ho trovato in rete alcuni video legati al progetto Language on the Move che forniscono un piccolo frasario di sopravvivenza per linguaggi nordici e baltici.
Per ora sono stati pubblicati lituano, estone, finlandese, danese e svedese.
Pur se non si conoscono le lingue in questione, è facile notare la vicinanza a livello fonetico e sintattico tra svedese e danese oppure tra estone e finlandese.

mercoledì 21 aprile 2010

Nube di cenere

Se si dovesse scegliere una parola ricorrente, un termine da prima pagina, la scelta di questa settimana ricadrebbe senza dubbio sulla nuvola di cenere (tuhkapilvi) del vulcano islandese.
In finlandese ci sono due termini per indicare un vulcano: tulivuori (lett. montagna di fuoco) di uso comune e vulkaani usato in ambito geologico.
La cenere dunque si chiama tuhka. Alcuni esempi di parole composte sono tuhkakeskiviikko (mercoledì delle ceneri), tuhkakivi (tufo??), tuhkarokko (morbillo), tuhkakuppi (posacenere), tuhkaluukku (apertura per rimuovere la cenere dal camino).

Da tuhka derivano tuhkata (cremare), tuhkaus (cremazione) e l'espressione palaa tuhkaksi (essere ridotto in cenere).

Tra i termini in lingua italiana derivati da cenere c'è cenerata, ceneroso (sparso di cenere), cenerone oppure lavori estinti da tempo come il cenerandolo.

lunedì 5 aprile 2010

Non dare importanza

Mentre leggevo un articolo mi sono imbattuto nell'espressione antaa piutpaut. Non mi risultava che termine piutpaut significasse qualcosa quindi ho provato a fare qualche piccola ricerca.
E' venuto fuori che questa frase idiomatica si trova anche nella forma antaa piupaut ed usata colloquialmente con il significato di "non dare importanza a, non badare a".

Per esempio

yleensä annan piutpaut ääliöille

in genere non do importanza ai cretini

Non penso che il verbo antaa (dare) nel caso specifico possa essere utilizzato nella forma negativa .
Un'altra locuzione usata per esprimere lo stesso significato è antaa palttua.
In particolare annan palttua koko asialle può essere tradotta con l'espressione italiana "non me ne importa un tubo" (e simili).

domenica 28 marzo 2010

Lurkare e scannare

Ho trovato interessante la lettura di un articolo sugli effetti nella lingua italiani dei termini scanner e lurker.
Nell'articolo si fa notare come i dubbi sulla corretta traduzione del verbo scan (nel senso di acquisire dati con uno scanner) non siano stati ancora chiariti pur essendo passati anni dal'introduzione del dispositivo nel mercato.

Scandire, scannerare, scannerizzare, scansionare, scansire e l'ironico scannare sono i termini usati in misure e contesti diversi.
In un intervervento sul sito dell'Accademia della Crusca viene suggerito un approccio flessibile di massima libertà.
Personalmente sono più propenso ad utilizzare scannerizzare o scansionare con una maggiore preferenza per il primo.
In finlandese mi risulta che sia usato il verbo skannata mentre scanner è tradotto con skanneri o kuvanlukija (lettore di immagine).

Non mi soddisfa invece il termine spiatore proposta per lurker. In inglese originariamente il verbo lurk significa "appostarsi con intenzioni malevole, stare in agguato". Nel gergo informatico ha assunto anche il significato di "leggere i messaggi di liste di discussione, forum virtuali senza contribuirvi".
Il lurker è quindi colui che si limita solo alla lettura di articolo, blog o forum in rete senza lasciare commenti.
Spesso ci si riferisce a loro con l'originale lurker oppure con una infelice italianizzazione come lurkatore. Per analogia il verbo lurk diventa lurkare.

Cercando nei dizionari finlandesi lurker è tradotto con vaklaaja (dal verbo vaklata) nell'accezione informatica mentre väijyjä o vaanija negli altri casi.

Quale vocabolo usate più spesso per indicare l'acquisizione di dati mediante scanner? Quale invece proporreste in luogo di lurker?

Cercate, se possibile, di non lurkare questo articolo.

sabato 27 marzo 2010

Kuokkavieras

Su HS di oggi leggevo il seguente titolo: "Laura Lepistö kuokkavieraana aasialaisbileissä".
L'articolo raccontava dell'ottima prestazione della pattinatrice finlandese ai mondiali di Torino. La Lepistö si era piazzata al terzo posto davanti alla coreana (vincitrice delle recenti olimpiadi) e alle spalle di altre due pattinatrici di origine asiatica.
In qualche modo si sarebbe presentata come un ospite non invitato (kuokkavieras) alla festa asiatica (aasialaisbileet).

Nel mio dizionario kuokkavieras viene tradotto con scroccone.
Mi sembra però che nel contesto del titolo renda meglio il termine imbucato ovvero una persona che partecipa ad un festa oppure ad una manifestazione senza essere stato invitato.
Kuokkavieras è una parola composta formata da kuokka (zappa) e vieras (estraneo,ospite).
Immagino che in italiano esistano molti singolari regionalismi per indicare gli imbucati che si presentano alle feste per scroccare qualcosa. Ne conoscete qualcuno?

Conquistando questo pomeriggio una storica medaglia bronzo, Laura Lepistö ha confermato di non essere certo una intrusa nell'olimpo del pattinaggio artistico. Complimenti!!!

venerdì 26 marzo 2010

Paparazzi e cronaca gialla

Paparazzo è sicuramente uno degli eponimi italiani più conosciuti e diffusi anche nelle altre lingue.
Come è noto il paparazzo è un fotoreporter sempre a caccia di foto sensazionali, specialmente per giornali di scandalistici o di cronaca rosa.
Il nome dello sconosciuto personaggio de La dolce vita ha presto trovato spazio tra le pagine di dizionari di diversi angoli di mondo diventanto un termine di uso comune.
Anche sui giornali finlandesi mi è capitato di leggere il termine paparazzi (plurale paparazzit). Le loro foto sono spesso acquistate dalla stampa gialla (keltainen lehdistö) ovvero dai giornali scandalistici. Il termine è mutuato dall'inglese yellow press.

Sebbene con toni e modalità diverse tra loro, i giornali scandalistici finlandesi più popolari sono Katso, 7 päivää e giornali pomeridiani come Iltasanomat e Iltalehti.

Visto che non ci sono edicole vere è proprie, trovate questi giornali un pò ovunque specialmente davanti alle casse dei supermercati evidenziati da appariscenti "civette" (lööppi), le locandine con i titoli principali).

mercoledì 24 marzo 2010

Armonia vocalica

Il primo passo nel percorso di apprendimento della lingua finlandese è rappresentato dal concetto di armonia vocalica (vokaalisointu o vokaaliharmonia).
Nell'alfabeto finlandese sono usate otto vocali: a, e, i, o, u, y, ä, ö.
In realtà ci sarebbe anche la å ovvero la "a svedese" che compare però solo nelle parole svedesi.
Le vocali finlandesi sono suddivise in tre gruppi: vocali posteriori(a, o, u), vocali anteriori (ä, ö, y) e vocali neutrali (e, i).

Le combinazioni valide di vocali in una parola sono:
  • a, o, u + e, i
  • ä, ö, y + e, i
Non si troverà mai nella stessa parola la combinazione a, o, u + ä, ö, y.

Se notate che per alcuni termini la regola non viene rispettata sicuramente siete in presenza di una parola composta, di una parola di origine straniera o gergale.
Delle eccezioni riguardano parole come merta o verta rispettivamente forme partitive di meri (mare) e veri (sangue).

Esempi di parole composte che sembrano non rispettare la regola sono iltapäivä, heinäkuu, minkälainen, myötätunto, kielioppi.
Nel caso di parole composte l'armonia vocalica viene rispettata perchè si applica alle singole componenti invece che all'intera parola.

Discorso diverso per le parole di origine straniera come hysteria, pastöroida, analyysi, hyasintti, olympialaiset, papyrus, symmetria oppure gergali come byggaa, Sörkka.

Le parole di origine straniera possono anche ammettere una doppia rappresentazione nei casi seguenti:
  • quando una vocale posteriore segue una neutrale (adverbia ~ adverbiä, karamellia ~ karamelliä, reumatismia ~ reumatismiä)
  • quando ci sono suffissi con vocali anteriori e posteriori (anonyymia ~ anonyymiä, hieroglyfeillä ~ hieroglyfeilla, hypoteesia ~ hypoteesiä)
  • quando si segue la pronuncia nella lingua di origine (beaglea ~ beagleä,biigleä, cheerleaderia ~ cheerleaderiä, jet lagia ~ jet lagiä)

Maggiori dettagli sull'armonia vocalica sono presenti nella Iso Suomen kielioppi (in finlandese).

lunedì 22 marzo 2010

Vetturini informatici


Tempo fa leggendo un manuale finlandese di un portatile mi sono imbattuto nel termine ajuri.
Nel piccolo dizionario cartaceo che avevo a disposizione il termine ajuri veniva tradotto con "vetturino".
Cosa ci fa un vetturino in un manuale per computer?
In realtà si trattava del driver.

A differenza dell'italiano e di altre lingue europee, nella lingua finlandese per diversi dispositivi informatici ed elettronici sono utilizzati termini in lingua locale.
Tra i più comuni comuni si ricordano mouse (hiiri), computer (tietokone), hard disk (kovalevy), scanner (kuvanlukija,skanneri).
In realtà per alcuni di questi termini la lingua italiana offre valide (ma poco usate) alternative. Per esempio elaboratore in luogo di computer, disco fisso o disco rigido invece di hard disk.

Un altro dispositivo che si sta diffondendo rapidamente è la chiavetta modem USB (detta anche chiavetta internet).
In finlandese tecnico il nome sarebbe "USB-modeemi" (modem USB) ma dal punto di vista commerciale viene pubblicizzato con due termini diversi a seconda dell'operatore telefonico.
Elisa per esempio utilizza la parola nettitikku mentre DNA fa uso del termine mokkula. Sembrerebbe che DNA abbia provato (senza successo) a registrare il termine "mokkula". Il rifiuto sarebbe dovuto al fatto che il termine è usato generalmente per indicare anche un generico componente o dispositivo informatico.

venerdì 19 marzo 2010

Dizionario calcistico: i ruoli

Guardando su Yle per alcuni minuti la gara di Champions League tra Chelsea e Inter mi sono ricordato che avevo cominciato a stilare un minidizionario di termini calcistici/sportivi finlandesi. I mondiali sudafricani si avvicinano.

Si comincia dai ruoli.

Porta (Maali)
portiere=maalivahti
In Stadin slangi viene chiamato con nomi diversi: veskari, veräjänvartija, molari, kassari, byyrari, rysäri, reppuri.

Difesa (Puolustus)
difensore=puolustaja
terzino destro=oikea puolustaja
terzino sinistro=vasen puolustaja
stopper=toppari

Centrocampo (Keskikenttä)
centrompista=keskikenttäpelaaja
incontrista=estäjä,rikkoja
ala destra=oikea laita
ala sinistra=vasen laita
fantasista=pelimies
regista=pelintekijä
il numero 10=kymppipelaaja
centrocampista alto (offensivo)=ylempikeskikenttä
centrocampista basso (difensivo)=alempikeskikenttä

Attacco (Hyökkäys)
attaccante=hyökkääjä,tutkapari
centravanti=keskushyökkääjä
punta=kärki

Altri termini usati per indicare i calciatori che giocano in attacco sono sentteri e vensteri (attacante sinistro).

Il capitano della squadra è il "kapteeni" mentre il giocatore di riserva si chiama "vaihtopelaaja".
Mancano ancora all'appello l'allenatore (valmentaja), l'arbitro (tuomari) e il guardalinee (linjatuomari).

Se a qualcuno interessa il calcio dei paesi nordici può dare una occhiata al blog "Nordic Footbal News" (in inglese).

mercoledì 17 marzo 2010

Quiz linguistici #1

Spesso mi annoto termini che trovo insoliti e curiosi. Rientrano in questo calderone termini peculiari di lingua parlata, neologismi, arcaismi o semplicemente parole legate a suoni o ricordi particolari.
Ciò vale per tutte le lingue che incrocio ed in modo specifico per l'inglese, il finlandese e ovviamente l'italiano.

Ultimamente cerco di arricchire nei modi più disparati il mio vocabolario di parole finlandesi (purtroppo ancora molto scarno).
A tal proposito trovo utile ogni tanto provare a giocare con lingua.
Ecco dunque un paio di semplici domande.
Le risposte tra una settimana.

Domanda #1
Su un giornale finlandese mi è capitato di leggere il titolo:

Un "iglukuski" può essere multato
.

A cosa esattamente si riferiva l'autore dell'articolo con il termine "iglukuski"?



Domanda #2
nero-pero-poro-puro-puri-pari-peri-ceri

Nella catena di parole c'è qualche intruso. Di quale/i si tratta? Per quale motivo?

martedì 16 marzo 2010

Scapoli e zitelle

In generale tutte le produzioni televisive straniere trasmesse in Finlandia sono trasmesse in lingua originale e sottotitolate in finlandese.
Di solito viene tradotto il nome dei film e degli spettacoli con risultati talvolta curiosi.
Un esempio è fornito dal format americano "The Bachelor".
Il termine "bachelor" significa "scapolo" in inglese. Il titolo finlandese del reality è "Unelmien poikamies" (lo scapolo dei sogni).
Pur essendo un'unica parola, trovo curioso che "poikamies" sono riconoscibili le parole "poika" (ragazzo) e "mies" (uomo).
Quasi a volere sottolineare che si tratta di un "uomo eternamente ragazzo" (per scelta o per caso).

Dello stesso format esiste anche una versione al femminile chiamata "The Bachelorette". Mi risulta che la parola "bachelorette" si possa tradurre con il termine zitella.
Per il finlandese è stato utilizzato "Unelmien poikamiestyttö", un neologismo abbastanza curioso. Nello stesso termine infatti troviamo contemporaneamente "poika", "mies" e "tyttö" (ragazza).
Traducendo direttamente dall'inglese all'italiano si avrebbe "la zitella dei sogni".

Nel mio dizionario alla voce zitella riporta i termini "naimaton nainen" (donna non sposata), ikäneito, vanhapiika.

Sembra che zitella derivi da un antico termine tedesco (zitze,titte) che significa mammella. In seguito tale termine venne usato per indicare una una fanciulla, una bambina lattante.
L'etimologia di scapolo sembra legata al verbo scapolare nel senso di "fuggire dai legami", "sottrarsi ad una situazione difficile".

Nei dialetti del barese la "zita" è la "sposa" il "zito" è lo sposo.

lunedì 15 marzo 2010

Il dito senza nome

In finlandese se qualcuno qualcuno è negato per lavori manuali oppure svolge un lavoro maldestramente si dice che ha il "pollice nel centro del palmo" (peukalo keskellä kämmentä).
Il dito protagonista di questo spazio non è però il pollice. Non è l'indice (etusormi), non è il medio (keskisormi) e neppure il mignolo (pikkusormi o anche pikkurilli).
Non resta che l'anulare. Nella lingua finlandese l'anulare si chiama "nimeton", ovvero "senza nome".

Sul relativo articolo Wikipedia leggo che i nomi con cui l'anulare viene chiamato nelle diverse culture sono accomunati dalla comune credenza che sia un dito magico.
Sembra che in culture come quella giapponese e coreana l'anulare sia chiamato "dito medico" in quanto fonte di poteri magici e curativi.
In molti linguaggi europei viene chiamato "anulare, il dito dell'anello" perchè associato agli anelli magici. Secondo una antica credenza per l'anulare sinistro passa una vena collegata direttamente al cuore.

Altre culture, come quella finlandese, evitano di pronunciarne il nome e quindi lo chiamano "senza nome".
In Grecia invece l'anulare viene chiamato "paramesos" ovvero "il dito successivo medio", semplicemente in base alla sua posizione nella mano.

Nelle filastrocche finlandesi per bambini il dito "senza nome" viene spesso sostituito da altri nomi (kultaralli, kultarilli, kultakranni e kultarälli).

Ricordo ancora una filastrocca della mia infanzia che recitava più o meno così:

Il pollice dice ho fame,
l'indice dice ho sete,
il medio: come faremo?
L'anulare: ruberemo!
Il mignolo: ....

Cosa diceva il mignolo? Io non riesco a ricordarlo.

domenica 14 marzo 2010

Inaugurazione del cortile

Benventuti nel mio cortile!!!
Kielipiha in italiano si potrebbe tradurre con "cortile della lingua".

Alla voce cortile il dizionario riporta:
spazio scoperto racchiuso tra vari edifici e destinato a dare aria e luce alle stanze interne

Nei cortili finlandesi si gioca, si chiacchiera, si battono tappeti, si coltivano fiori (ortaggi frutta e bacche), si organizzano barbecue.

In questo cortile virtuale ci sarà spazio per curiosità linguistiche e brevi riflessioni legate in modo particolare (ma non solo) alla lingua italiana e finlandese.

Leonardo Da Vinci scriveva:

I’ho tanti vocavoli nella mia lingua materna, ch’io m’ho più tosto da dolere del bene intendere delle cose, che del mancamento delle parole, colle quali io possa bene espriemere il concetto della mente mia.

Alla mia lingua materna ne ho aggiunte un altro paio (per ora).
Chissà che minestrone ne verrà fuori!!