sabato 14 dicembre 2013

Contenitori riempirabili


Non so che traduttore automatico sia stato utilizzato per la versione italiana di questa etichetta. Ho provato per curiosità a cercare riempirabile e ricchiudibbile ma il motore ci ricerca non ha restituito alcuna occorrenza.
La versione ricchiudibile si trova poco più di 5000 volte in rete anche se immagino si tratti di refusi.

giovedì 3 ottobre 2013

L’immaginazione è la vera provincia della lingua italiana

"La duttilità della lingua francese si riduce a potersi fare intendere, la facilità di esprimersi nella lingua italiana ha di piú il vantaggio di scolpir le cose coll’efficacia dell’espressione; di maniera ch’il francese può dir quello che vuole e l’italiano può metterlo sotto gli occhi, quegli ha gran facilità di farsi intendere, questi di far vedere.
Però quella lingua che, purché faccia intendere, non cerca altro, né cura la debolezza dell’espressione, la miseria di certi tours (per li quali la lodano di duttilità) che esprimono la cosa ma freddissimamente e slavatissimamente e annacquatamente è buona pel matematico e per le scienze; nulla per l’immaginazione la quale è la vera provincia della lingua italiana: dove però è chiaro che l’efficacia non toglie la precisione anzi l’accresce, mettendo quasi sotto i sensi quello che i francesi mettono solo sotto l’intelletto, ond’ella non è men buona per le scienze che per l’eloquenza e la poesia [..]"
 
tratto "Zibaldone di pensieri", Giacomo Leopardi

giovedì 26 settembre 2013

Di gazze e scorpioni

Dopo il verbo assillare vorrei segnalare altri due verbi aventi un'origine legata al mondo animale
Si tratta di sgorbiare e scarabocchiare, simili tra loro anche dal punto di vista etimologico e spesso considerati sinonimi.
Il primo deriva da sgorbio, parola che proababilmente discende dal latino scŏrpius scorpione come conseguenza della similitudine delle macchie d'inchiostro con dei piccoli scorpioni.
Il verbo scarabocchiare deriva invece da scarabocchio affine a scarabeo per la somiglianza delle macchie d'inchiostro a piccoli scarabei.

Non saprei dire se anche in altre lingue esistono etimologie simili per gli stessi verbi. Almeno in inglese non mi sembra di aver trovato alcuna relazione.
In finlandese scarabocchio, inteso come scrittura illeggibile, si chiama anche harakanvarvas (lett. dito di gazza). 
Una metafora aviaria è usata anche in italiano e in inglese per indicare brutta calligrafia (curioso ossimoro). Si dice infatti anche 'scrittura a zampa di gallina' che corrisponde all'inglese 'chicken scratch'. Gli spagnoli usano l'espressione 'patas de mosca' (zampa di mosca).

Conoscete espressioni simili in altre lingue?

sabato 31 agosto 2013

Inseguendo un cavallocchio al gallicinio

Ho già accennato in precedenza alla ricchezza della lingua italiana e dei dialetti della penisola.
Vorrei proporre una breve passeggiata di cinque tappe tra le pagine di un dizionario di lingua italiana.

A che ora canta il gallo? Non ho mai vissuto in campagna quindi non saprei dire.
La cosa certa è che in italiano esiste la parola gallicinio che indica "quella parte della notte, verso l’alba, in cui suole cantare il gallo".

Come chiamate la schiocco ottenuto premendo il medio o l'indice sulla base del pollice? Il rumore dello schiocco ricorda quello delle nacchere dette anche castagnette.

Cosa accomuna la libellula e un esattore di crediti altrui? Se lo ignorate date un cavallocchio alla risposta.

Se si sposta un recipiente bagnato su una superficie piana, vi resta un segno. Si tratta del culaccino.

Una parola che potrebbe tornare utile di questi tempi è sicuramente mozzorecchi. Non trovate?


mercoledì 3 luglio 2013

Il tempo dei cetriolini

È ormai alle porte.

La chiamano la stagione, il tempo dei cetrioli o dei cetriolini nelle seguenti lingue:

- agurketid (in danese)
agurknytt (in norvegese)

- agurkų sezonas (lituano)
- hapukurgihooaeg (in estone)
- gúrkutíð (in islandese)
- komkommertijd (in olandese)
okurková sezóna (in ceco)
- Sauregurkenzeit (in tedesco)
- sezon ogórkowy (in polacco)
- sezona kiselih krastavaca (in croato)
- uborkaszezon (in ungherese)
- uhorková sezóna (in slovacco)
- čas kislih kumaric (in sloveno) 

Gli spagnoli la chiamano serpente dell'estate (serpiente de verano). I tedeschi la associano anche  ad un buco in cui finiscono tutte le notizie (Sommerloch). Per i francesi si tratta di una stagione morta, noiosa (la morte-saison) così come per gli svedesi  (nyhetstorka).
In finlandese è chiamata mätäkuun juttu (la storia/articolo del mese marcio) ma non saprei dire quando questo termine sia diffuso. Stesso significato anche in svedese (rötmånadshistoria). In inglese si chiama silly season.

Ma come la chiamano gli italiani?

domenica 30 giugno 2013

Pintxo baschi a Helsinki

Passando per il centro di Helsinki ho notato un bar ristorante dal nome insolito. Il locale sarebbe il primo nei paesi nordici a servire pintxo in stile basco.




giovedì 20 giugno 2013

Meriggiare curioso e raccolto

Nelle mie "cellar door" rientra certamente il verbo meriggiare. È un piacere che raramente posso godermi alle latitudini in cui mi trovo. Immagino di non essere il solo ad associare il verbo meriggiare ad una famosa poesia di Eugenio Montale.
Meriggiare significa riposarsi all'ombra, in un luogo aperto, nelle ore più calde del meriggio. Oggi forse diremmo fare la siesta. Non mi sembra però che in spagnolo ci sia unico verbo per esprimere lo stesso concetto.  Forse non c'è in nessun altra lingua un traducente diretto.
Nella forma  transitiva il verbo meriggiare significa anche far riposare il bestiame all'ombra nelle ore calde del pomeriggio.

Una variante toscana di meriggiare è meriare. Nel fiorentino l'espressione "andare alle merie" significa andare all'aperto per godersi aria fresca e ombre ristoratrici.

martedì 18 giugno 2013

Sul dialetto milanese

"Il milanese è realmente il linguaggio di un popolo dal cuore aperto, bonario, inclinato alla benevolenza verso ognuno, amante della buona tavola e in generale di tutti i piaceri del senso, lieto, proclive alla sguaiataggine più che alla vera arguzia, ricco di un buon senso alla mano.
Un linguaggio fine il milanese non si potrebbe dire: efficace, è di sicuro. Il popolo che lo parla ci si riflette dentro tutto quanto, colle sue virtù e colle sue debolezze: di gran lunga più numerose le prime – si permetta di dirlo ad uno non nato all'ombra del Duomo – che le seconde."

tratto da "Il dialetto milanese", Pio Rajna, 1881

mercoledì 12 giugno 2013

Numerolalia


In un articolo pubblicato su Language Log ho trovato questo video che mostra come sia possibile nel cinese mandarino 'parlare con i numeri', comunicare delle frasi di senso compiuto usando solo numeri.

Ho provato a fare qualche tentativo in italiano ma ovviamente il confronto non regge.

6 1 0 - sei uno zero
15 6? - quindi ci sei?
16 6 6 1 0 - se dici sei sei uno zero

Altri esempi?

venerdì 7 giugno 2013

Le nebbie del crai

 "In questa landa atemporale, il dialetto possiede delle misure del tempo più  ricche che quelle di alcuna lingua; di là da quell'immobile, eterno crai, ogni  giorno del futuro ha  un suo proprio nome. Crai è domani, e sempre; ma il giorno dopo domani è pescrai e il giorno dopo ancora è  pescrille; poi viene pescruflo, e poi maruflo e maruflone; ed il settimo giorno è maruflicchio. Ma questa esattezza di termini ha più che altro un valore di ironia. Queste parole non si usano tanto per indicare questo o quel giorno, ma piuttosto tutte insieme come un elenco, e il loro stesso suono è grottesco: sono come una riprova  della inutilità di voler distinguere nelle eterne nebbie del crai."

Tratto da 'Cristo si è fermato a Eboli' di Carlo Levi (1945).

giovedì 30 maggio 2013

Il toponimo australiano più lungo

Vorrei condividere un breve articolo in cui si parlava della parola inyinnyi che in linguaggio Pitjantjatjara significa petricore.
Al linguaggio Pitjantjatjara è legato anche il toponimo australiano ufficiale più lungo. Si tratta di una collina dell'Australia meridionale dal nome Mamungkukumpurangkuntjunya Hill.
Il nome della collina significherebbe 'dove il diavolo urina'.

lunedì 27 maggio 2013

Un cielo senza pacchiare e pecchiare

In una novella di Vittorio Imbriani mi è capitato di leggere una frase curiosa, un gioco di rime e assonanze inusuale: "un  cielo  senza  pacchiare  e  pecchiare  e picchiarsi, era, a parer suo, una catapecchia".
Sfogliando qualche dizionario è venuto fuori che pecchiare significa 'succhiare come una pecchia' ovvero come un'ape. Quindi, per estensione, bere molto, a dismisura, tracannare. Da pecchia immagino derivi anche pecchione, detto anche fuco, il maschio dell'ape domestica.
Chissà quante bevute di polline si saranno fatti la pecchia Maia e il suo amico pecchione Willi.

In toscano la parola pecchia indica anche la sottile membrana che si trova sotto la buccia della castagna.
A parte alcuni verbi e qualche altro sostantivo, non sono molti i vocaboli che terminano in '-ecchia'. Molti di questi sono ormai in disuso o limitati a contesti specialistici.
Ecco un elenco:
  • busecchia
  • checchia
  • fetecchia
  • forfecchia
  • grecchia
  • manecchia
  • petecchia,
  • rubecchia


mercoledì 22 maggio 2013

Il bisogno del pusigno

Per forze di causa maggiore negli ultimi anni l'ora della cena si è sempre più spostata indietro rispetto alle mie abitudini, assestandosi intorno al tado pomeriggio
Il risultato palese è un leggero languorino che prende lo stomaco nel pieno della serata. È allora che mi andrebbe di spizzicare qualcosa di leggero e appetitoso: l'ora del pusigno.

Con piacere quindi mi piacerebbe resuscitare la parola pusigno. Pare che pusigno derivi da post-coenium ed indichi il mangiare dopo cena, spizzicare del cibo leggero per piacere più che per vera e propria fame. Da pusigno deriva il verbo pusignare.

martedì 21 maggio 2013

Di pialle e occhi di legno

Volevo segnalare un paio di parole finlandesi in cui mi sono imbattuto recentemente. Si tratta di puusilmä e jokapaikanhöylä. Il primo letteralmente significa 'occhio di legno', l'altro 'pialla per ogni posizione/luogo'.
L'occhio di legno un tempo indicava una protesi oculare mentre oggi indica una persona idiota,stupida che non osserva e presta attenzione alle cose a cui dovrebbe. In tal senso è stata citata da Kimi Räikkönen quando la sua monoposto fu urtata da Hamilton nel giugno 2008.
Credo che jokapaikanhöylä si possa tradurre con 'tuttofare, factotum' e quindi in un'accezione positiva. Allo stesso tempo se usata in un contesto ironico immagino possa corrispondere ad un espressione tipo 'esperto di tutto, maestro in niente'.
Interessante notare la traduzione della stessa espressione in altre lingue.

lunedì 6 maggio 2013

Baywatch

Nella versione in rete del Grande Dizionario Hoepli mi sono imbattuto nella definizione di baywatch:
"Bagnino che sorveglia e assiste i bagnanti, sulle spiagge statunitensi e australiane"
Ho provato cercate baywatch o baywatcher in alcuni dizionari americani e australiani ma non ho trovato alcuna occorrenza. In alcuni dizionari ho trovato riferimenti alla omonima serie televisiva da cui immagino prenda spunto la definizione citata.
È probabile che sia una mia svista ma non mi sembra di aver trovato la voce baywatch in altri dizionari italiani.

martedì 30 aprile 2013

Un pediluvio nel Vesuvio sotto un diluvio

Tra le seguenti parole, in rima con Vesuvio, c'è una coppia di intrusi. Provate ad individuarla senza l'ausilio di vocabolari, dizionari e ricerche in rete.

cogliluvio
compluvio
diluvio
displuvio
effluvio
emofluvio
 illuvio
impluvio
maniluvio
mobiluvio
pediluvio
pluvio
profluvio

sabato 20 aprile 2013

Lo scuotitore del pino

Tempo fa mi sono imbattuto per la prima volta in una nuova parola finlandese hongankolistaja che forse si potrebbe tradurre con "scuotitore del pino" da honka (pino) e il verbo kolistaa (sbattere, sbatacchiare, scuotere, sferragliare). 

Il significato reale è ovviamente un altro e si nasconde in una delle seguenti opzioni:

a) lavoratore forestale stagionale dedito alla raccolta di pigne 
b) spilungone
c) sognatore
d) attivista ecologico

Provate a rispondere senza effettuare alcuna ricerca in rete.


venerdì 29 marzo 2013

Come si chiamano gli abitanti di Helsinki?

Dopo aver letto "Come si chiamano gli abitanti di Oslo?" ho pensato di elencare qui i possibili nomi degli abitanti (in italiano) e aggettivi di alcuni toponimi finlandesi e di altri paesi nordici.
Dove possibile ho elencato le diverse versioni storiche non più in uso.
La maggior parte dei toponimi sono stati estratti dal “Vocabolario patronimico italiano o sia adjettivario italiano di nazionalità” di Francesco Cherubini (1860).


Toponimi danesi

Danimarca**: danese, dano, danico

Jutland: jutlandese

Aalborg: alborghese
Aarhus: arhusiano
Ebeltoft: ebeltoftano
Fanø (it. Fanoe): fanoense.
Frederiksberg: fridericsborghese
Frederikshavn (Fladstrand): fladstrandese
Helsingør (Elsinore, Elsenor): elsenorese
Kolding: coldingano
København (it. Copenaghen): afniense, copenhagese
Lyksborg (Glücksburg): gluckborghese
Nyborg (it. Niburg??): niborghese
Ringsted: ringstediano
Roskilde (Roschild??): roschildese
Skagen (Schagen??): schageno
Tønder (ted. Tondern): tondernese
Vendsyssel (Wensyssel??): vensisselano
Viborg: viburghese



Toponimi finlandesi

Finlandia: finlandese, finlandico, finnico, finningo, finnone, finnonico, finno, finnese, finese.

Carelia: careliano, carelio.
Savo (sv. Savolax, lat. Savonia): savolacense.


Helsinki (sv. Helsingfors): helsingiense.
Oulu (sv. Uleäborg): uleaborghese
Pori (sv. Björneborg, lat. Arctopolis )*: biorneborghese.
Rauma (sv. Raumo): raumese.
Turku(sv. Åbo) : åboense, aboense
Vaasa (sv. Vasa): vasaense


Toponimi norvegesi
Norvegia: norvegese, norvegico, norvego, norvegio

Arendal: arendalese
Bergen: bergense
Hamar: amarese
Hammer: ammariense 
Molla:  mollano
Oslo (Christiania): cristianiano, ansloense
Røros(??): rorraseno
Stavanger: stavangrense
Trondheim (Nidaros, Nidrosia, ted. Drontheim): nidrosiano, nidrosiense
Tønsberg: tonsberghese, toensberghese
Varanger: varangebano



Toponimi svedesi
Svezia: svedese, svezzese, sveco, sveto, svetico, sveone, svenone


Blekinge: bleckinghese
Dalarna: dalecarlo
Hedemora: edemorano
Helsingborg: elsimburghese
Karlstadt: carlostadiano
Köping (lat. Copinga): kiopingense
Lövsta (??): loefstano

Rämlosa: ramlosano
Skåne(it Scania): scano
Södermanland (lat. Sudermannia or Sudermania): sudermano.
Värmland: vermelandese.
Åmål:  amalino
Öregrund: oregrundano





 

*Il nome in svedese è un calco del nome latino che a sua volta deriva dal greco e significa "Città dell'orso". In italiano un tempo era usato anche Biorneborgo.
** Non sono state riportate città un tempo danesi e che ora fanno parte della Germania.

lunedì 25 marzo 2013

Streaking

Ieri su HS ho trovato un articolo sulla tappa di coppa del mondo di salto con gli sci in Slovenia.
Più dell'articolo in sè, mi ha incuriosito il titolo "Mustasukkainen viuhahtaja vieraili lentomäen kisassa".
In un primo momento ho pensato che l'aggettivo mustasukkainen significasse geloso. Dopo aver visto la foto che accompagnava l'articolo era evidente che invece si doveva intendere nel suo significato letterale (dalle le calze nere).

L'equivoco iniziale era dovuto al fatto che non conoscevo la parola viuhahtaja ovvero streaker. Mi sembra che in lingua italiana non ci sia una parola specifica per indicare una persona che corre nuda tra la folla in spazi pubblici (generalmente durante eventi sportivi).

Da una piccola ricerca personale mi risulta che diverse lingue non abbianono dei traducenti diretti per streaking, streaker e to streake.
Nel france parlato in Quebec lo streaker si chiama nu-vite, in tedesco Flitzer, streakare in svedese.
In portoghese lo streaking si chiama chispada dal verbo chispar che significa correr velocemente, sparire, fuggire.
In finlandese streaker si traduce sia con viuhahtaja che con viuhahtelija,  streaking con viuhahdus e to streake con viuhahtaa.

sabato 16 marzo 2013

I nomi della Via Lattea

Dopo aver scoperto che il nome finlandese della Via Lattea è Linnunrata (sentiero/via degli uccelli) ho pensato di cercare anche i nomi della nostra galassia in altre lingue.
Una sostanziosa lista dei nomi si trova nella pagina What is the Milky Way called in Different Languages? Altri nomi si possono trovare le pagine Lista di nomi della Via Lattea e List of names for the Milky Way.  Per un approfondimento sui nomi della Via Lattea nel folclore ugrofinnico ed estone in particolare vi consiglio l'articolo Names in estonian folk astronomy - from  'Bird's way' to 'Milky Way'.

Alcune brevi osservazioni sui nomi della nostra galassia.
Il nome finlandese si ritrova anche in altre lingue ugrofinniche e nelle lingue baltiche.

Il nome sloveno si ritrova anche nel corso Strada di Roma.

Il nome sardo 'via della paglia' (sa bia de sa palla) ha punti contatto con le versioni persiane, turche e berbera.

Il nome siciliano 'strada di San Giacomo verso la Galizia' si ricollega al nome spagnolo "cammino di Santiago". Riferimenti a San Giacomo si trovano anche nel dialetto valtellinese in cui la Via Lattea viene chiamata Via Giacoma. Lo stesso nome (Via di Sa' Iacopo) era utilizzato nel medioevo come annotato anche da Dante nel Convivio.

Nei dialetti pugliesi ricorrono i nomi via/sentiero della paglia (Carrére la Pagghie), Via di San Pietro, Via di San Martino. A Scorrano, nel Salento, si chiama ṭrascina de Santu Martinu

Nel maltese c'è un riferimento ad un'altra santa , strada di Sant'Anna.

venerdì 15 marzo 2013

Di pause caffè svedesi e affitti italiani


Da un finlandese di madrelingua svedese mi è stato fatto notare che alcuni cartelli e annunci di affitto in Italia potrebbero suscitare reazioni di stupore agli occhi degli svedesi.
È probabile che si tratti della stessa reazione di un italiano invitato da colleghi svedesi ad una pausa caffè.

sabato 9 febbraio 2013

Dieci parole composte obsolete

Ho selezionato dieci parole composte obsolete scegliendole per il suono o per il significato.
Parole spesso di uso popolare ormai in disuso, relegate nei libri di storia o di tradizioni popolari.
Il gioco che vorrei proporre consiste nel cercare di indovinare il significato della parola (senza usare dizionari) partendo da quello letterale delle parole componenti. Tra una settimana aggiungerò le definizioni che ho trovato nei dizionari.

1) bardocucullo
2) dormalfuoco
3) frangicupola
4) guastalarte
5) impicciastrade
6) lisciapiante
7) montambanco
8) orbacca
9) portavento
10) salvagabbie


Di seguito le definizioni. Si comincia dall'ultima.

Salvagabbie: epiteto che si dà a talun gradasso di mare il quale pretende di aver fatto manovre mirabili e doversi a lui la salvezza della nave in circostanze difficili. Corrisponde agli epiteti di Fracassa e di Spaccone usati a terra.

Portavento: canale che porta il vento negli organi (intesi come strumenti musicali).

Orbacca: nome antico e popolare della bacca di alloro. Per estensione si chiamavano così anche la bacca del cipresso e quella del mirto.

Montambanco: saltimbanco, ciarlatano.

Lisciapiante: altro nome del bisegolo.

Impicciastrade: chi per mal animo o per goffaggine impaccia le operazioni e gli intenti altrui.

Guastalarte: colui che si imbarca in un'attività di cui non sa nulla con pessimi risultati . Sinonimi sono guastamiestere, imbrattamondi, ciarpiere.

Frangicupola: seccatore, importuno.

Dormalfuoco: letteralmente 'dormi al fuoco', significa dormiglione ma anche sciocco, poco accorto.

Bardocucullo:  un tipo di abito degli antichi bardi.











giovedì 31 gennaio 2013

Brindisi ugrofinnici

Con quali espressioni si brinda nelle lingue ugrofinniche?
Di seguito sono elencate solo le locuzioni solo in alcune lingue del gruppo. Sono escluse quelle che usano caratteri cirillici.

Kippis!
Terveydeksi!
finlandese*
Teie terviseks! estone
Tere!
Õlkaa terveed!
votico
Tervüt! voro
Tīeratõks! livone
Máistte! sami
Hüvä rüübädä!
Tervehüttä!
ingrico/ingriano
Tervhudeks! vepso
Teijän tervehüökse! careliano
Egészségetekre! ungherese

* In finlandese si usano anche le seguenti espressioni al momento del brindisi:
- hölökyn kölökyn / hölökynkölökyn (probabilmente deriva dal dialetto di Savo) 
- skool (dallo svedese skål)
- Pohjanmaan kautta

venerdì 25 gennaio 2013

Jaxuhali per tutti

Nell'articolo Joko osaat suomen ärsyttävimmät sanat? l'autore elenca alcune delle parole finlandesi più irritanti oggi in uso. La lista è il risultato di un suo  sondaggio tra i suoi amici e conoscenti su Facebook.
Tra le diverse parole elencate mi ha incuriosito jaxuhali in cui non mi ero imbattuto prima della lettura dell'articolo.
Se qualcuno vi invia un jaxuhali significa che in qualche è modo vuole fare sentire la propria vicinanza nei momenti difficili. Un jaxuhali è un abbraccio dato ad una persona per aiutarla a superare i suoi momenti di difficoltà. In italiano probabilmente diremmo un abbraccio di incoraggiamento.

Si tratta di una parola composta derivata dal verbo jaksaa (farcela, riuscire, avere la forza di) e hali (abbraccio).

Nella lista compare anche resurssi (risorsa), una parola che non mi piace neanche in italiano nel significato di risorsa umana, impiegato. Qualche anglofono userebbe in tal senso asset (di male in peggio).

giovedì 24 gennaio 2013

Osso bucco


Fuori dai confini nazionali come si chiama l'osso buco?
In Finlandia mi sembra siano più o meno usate entrambe le forme osso buco e osso bucco con una prevalenza dell'ultima.
Da una ricerca con Google Ngram Viewer, si nota che nell'inglese britannico nell'ultimo decennio osso bucco ha avuto la meglio . Nell'inglese americano prevale nettamente l'uso di osso buco.
Nella lingua italiana si impone la variante ossobuco.

sabato 19 gennaio 2013

Suonare il clacson

Per qualche ragione l'eponimo clacson è diffuso in diverse lingue europee* ad eccezione dell'inglese in cui si chiama horn.
In italiano diremmo suonare il clacson, dare colpi di clacson, strombazzare o anche clacsonare. In inglese si usano i verbi honk, sound, beep.
Per quel che riguarda il finlandese mi sembra che ufficialmente il clacson si chiami autontorvi (corno dell'auto) oppure, in lingua parlata, töötti  di chiara origine onomatopeica così come i relativi verbi: tuutata, töötätä, töötöttää.
Ho notato un utilizzo molto limitato del clacson sulle strade finlandesi, almeno in confronto con le abitudini italiane.

Sulla stampa italiana la parola clacson si diffuse a partire del 1923. Mi chiedo se anche questa parola sia stata inclusa nel processo di italianizzazione durante il fascismo. Qualcuno conosce l'eventuale nome con cui veniva chiamato il clacson all'epoca?

* ceco (klakson), polacco (klaxon), francese (klaxon), spagnolo (claxon), olandese (claxon)

martedì 8 gennaio 2013

Ladies & Mens


Ad una prima occhiata avevo pensato che almeno uno dei cartelli in figura presentava un errore ortografico. Per esempio se mi fossi trovato nel Regno Unito o negli Stati Uniti avrei potuto trovare, in luogo di "MENS", cartelli come "Gentlemen's toilet", "Men's toilet", "Men's", "Men's room"  "Gents" oppure "The Gents".
In seguito ho pensato che l'autore delle insegne avesse voluto fare economia di apostrofi o che avesse voluto giocare con il latino.
Ho l'impressione che "mens" non sia registrato in nessuno vocabolario inglese con il significato di "bagno per uomini". Forse può essere usato nella lingua parlata, in un contesto informale, in alcuni paesi anglofoni.
Opinioni a sostegno o contro queste impressioni?

sabato 5 gennaio 2013

L'elettricità nelle lingue europee

L'etimologia della parola elettricità discende elektron, il nome dell'ambra gialla in greco antico visto che, come risaputo,  l'ambra ha la proprietà di elettrizzarsi per strofinio.

In quasi tutte le lingue europee, italiano incluso, la traduzione di elettricità ricalca quella greca: electricity (inglese), electricidad (spagnolo), Elektrizität (tedesco), électricité (francese), elektricitet (svedese), elektřina (ceco), electricitate (rumeno),  elektricitet (croato),  elektryczność (polacco), elektriciteti (albanese), elektromosság (ungherese), elekter (estone), elektrisitehta (sami settentrionale) e così via.

Non mancano però le eccezioni.
In finlandese si usa la parola sähkö, un neologismo coniato da Samuel Roos nel 1845 basandosi sui verbi sähähtää (sibilare) e säkenöidä (brillare, luccicare, scintillare).

Vista la familiarità con l'ambra gli islandesi hanno pensato bene di scartare il termine greco per andare direttamente all'origine. In islandese infatti l'elettricità è chiamata rafmagn e deriva da raf (ambra) e magn (energia).
Per quanto riguarda il gallese, sebbene sia usato anche il lectric, il neologismo proposto fu trydan che oggi pare più usato nei termini derivati. Sembra che trydan derivi da try-, un prefisso intensivo, e tân (fuoco). Immagino che il bretone tredan abbia la stessa origine.

Anche nella lingua basca mi sembra di aver capito che argindar, il neologismo proposto, abbia vita dura rispetto al prestito elektrizitate, di uso più comune. Mi sembra argindar sia stato coniato a partire da argi (luce, luminoso).